Incendi e qualità dell’aria. Lo studio di Fernanda Garcia

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Incendi e qualità dell’aria. Tra Argentina e Italia, lo studio di Fernanda Garcia

Fernanda Garcia

Ogni anno in Argentina vanno in fumo migliaia di ettari di bosco, a causa dei numerosi incendi che si sviluppano su tutto il territorio nazionale. Il danno ambientale procurato da questi catastrofici eventi non si limita alla sola distruzione del patrimonio forestale, ma riguarda anche la qualità dell’aria, su zone molto più estese rispetto a quelle interessate dagli incendi. Proprio quest’ultimo aspetto è l’oggetto di studio di Fernanda Garcia, ricercatrice cordobese del CONAE (Comisión Nacional de Actividades Espaciales), attualmente impegnata presso il CETEMPS (Center of Excellence Telesensing of Environment and Model Prediction of Severe events), centro di eccellenza dell’Università degli Studi dell’Aquila.

Per saperne di più circa i suoi studi ed il suo rapporto con l’Italia, abbiamo deciso di intervistarla.

Chi è Fernanda Garcia?

Sono Fernanda Garcia, ho 35 anni e vengo da Arroyito, una cittadina di 22000 abitanti nella provincia di Córdoba, nella parte interna dell’Argentina. Riguardo la mia formazione accademica, ho studiato chimica nella UNC, Universidad Nacional de Córdoba, con indirizzo sulle tematiche ambientali. Ho fatto un master in applicazioni satellitari per emergenze ambientali presso l’Istituto Gulich, creato dal CONAE e dalla UNC,  dove ho appreso ad approcciare l’ambiente in maniera interdisciplinare, attraverso la collaborazione con diversi colleghi. Questo mi ha permesso di continuare a lavorare nel CONAE, concentrandomi nel monitoraggio satellitare delle emergenze e dell’inquinamento atmosferico.

Fernanda Garcia

La giovane ricercatrice cordobese. Si ringrazia la stessa Fernanda Garcia per la foto.

Di cosa si occupa il tuo studio?

Il mio studio si occupa di implementare un modello previsionale sulla qualità dell’aria, che tenga conto anche dei numerosi casi di incendio che purtroppo ogni anno riguardano il territorio argentino e, più in generale, tutta l’America Latina.

Come si sviluppa il tuo lavoro?

L’obiettivo del lavoro è studiare, implementare e validare il sistema modellistico della qualità dell’aria, WRF-CHIMERE, integrato con dati acquisiti da sensori satellitari (MODIS e VIIRS) sull’Argentina. La stima delle emissioni di inquinanti atmosferici da incendi forestali, è ottenuta con il modello APIFLAME. Per completare il tutto si utilizzano anche i dati della copertura vegetale e dell’uso del suolo in Argentina. La validazione, invece, è effettuata con dati misurati tramite telerilevamento satellitare (IASI, MODIS) e da terra (AERONET, LIDAR). Questo sistema sarà utile per ottenere la previsione dell’impatto sulla qualità dell’aria al verificarsi di incendi in tutta Latino America.

Incendio. Immagine satellitare

Immagine satellitare di un incendio nella zona andina, al confine tra le province di Rio Negro e Chubut. Impressionante l’estensione della colonna di fumo, che si dispiega in direzione della Penisola di Valdés. Foto gentilmente concessaci da Fernanda Garcia

Perché è importante questo studio?

La combustione della biomassa proveniente da incendi forestali è una fonte importante di aerosol atmosferici a livello globale e in particolare in America Latina. Essi rappresentano una minaccia per la salute della popolazione, com’è stato dimostrato da studi in diverse regioni del mondo, poiché causa irritazione agli occhi e alle vie respiratorie, comportando un aumento dei ricoveri ospedalieri. In Argentina, il monitoraggio della qualità dell’aria sta cominciando a guadagnare importanza, anche se è ancora limitato. I modelli di chimica e trasporto, integrati con le emissioni di inquinanti atmosferici da incendi, sono utili per comprendere gli impatti del trasporto a lungo raggio di pennacchi di fumo e il conseguente degrado della qualità dell’aria locale e regionale. Con i modelli in sviluppo e le informazioni satellitari, si arriverà non solo al monitoraggio della qualità dell’aria, ma anche alla sua previsione. Un piccolo esempio del lavoro si trova nella mappa interattiva.

Quali istituzioni partecipano al progetto di ricerca?

Direttamente partecipano il CONAE, con il CAEARTE (Unidad Emergencias Nacionales), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e il CETEMPS, un centro di eccellenza con struttura autonoma all’interno dell’Università degli Studi dell’Aquila. Inoltre al progetto collabora anche il laboratorio francese LMD (Laboratoire de Météorologie Dynamique), avendo sviluppato il modello di partenza.

Come mai proprio l’Italia e come mai proprio L’Aquila per sviluppare il tuo lavoro?

Innanzi tutto devo dire che questa non è la mia prima volta all’Aquila. Sono stata qui già sei anni fa come studentessa dell’università di Cordoba. In realtà la scelta dell’Italia non è casuale poiché il CONAE e l’ASI contano da tempo con una collaborazione tra agenzie spaziali che, tra l’altro, permette lo scambio tra studenti. In questo momento, per esempio, ci sono altri nove colleghi, che partecipano ad altri progetti di ricerca, a Roma, Bolzano, Pisa, Padova e Matera. All’interno di questo scambio è arrivata la proposta di sviluppare il lavoro presso le strutture del CETEMPS all’Aquila, che specificamente si occupa dello sviluppo di modelli metereologici, e sono stata ben felice di tornarvi. Inoltre c’è da dire che per proseguire il lavoro in Italia ho potuto beneficiare di una borsa di studio di sei mesi del MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale).

Fernanda Garcia di fronte l'ingresso dell'Università degli Studi dell'Aquila

La ricercatrice Fernanda Garcia di fronte l’ingresso della sede della facoltà di MM.FF.NN dell’Università degli Studi dell’Aquila. Si ringrazia la ricercatrice stessa per la foto.

Qualcosa di più ameno. Ti piace L’Aquila? Come ti sei trovata?

L’Aquila mi piace molto, è una città particolare. Purtroppo la prima volta sono venuta nel 2012, tre anni dopo il terremoto che l’ha devastata. Mi sono affezionata e mi fa molto piacere vedere a sei anni di distanza che, seppur molto lentamente, si stia lavorando per tornare alla normalità. Una normalità che io non ho conosciuto ma che gli amici di qui ti raccontano sempre: su ogni argomento c’è sempre un prima e un dopo il terremoto, e mi piace che me ne facciano partecipe. Inoltre amo il paesaggio e le montagne, per certi versi simili alle sierras di Cordoba. Le persone mi hanno accolto molto bene sin dalla prima volta, regalandomi una piacevole esperienza umana, soprattutto sul lavoro, cosa che apprezzo molto.

Ringraziamo Fernanda Garcia per averci gentilmente concesso parte del suo tempo per l’intervista e Laura Sarrate dell’ufficio stampa del CONAE per il permesso concessoci. Ringraziamo altresì il Dott. Paolo Tuccella del CETEMPS per la preziosa segnalazione, che ci ha permesso di venire a conoscenza di queste importanti collaborazioni scientifiche, che fanno da ulteriore ponte culturale tra Argentina ed Italia.

Incendi e qualità dell’aria. Tra Argentina e Italia, lo studio di Fernanda Garcia ultima modifica: 2018-04-17T09:38:56-03:00 da Dante Aloisi

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