Sementerie Artistiche: la storia di questa compagnia teatrale

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Sementerie Artistiche: sezionare il reale e trasformarlo in arte

Sementerie Artistiche

PhotoCredit: Mariana Fossatti (Manuela De Meo - Sementerie Artistiche)

Data evento: 15 Sep - 6 Oct

Sementerie Artistiche è una compagnia che gestisce uno spazio di creazione, formazione e residenza artistica in provincia di Bologna. Questo progetto è nato dopo un terremoto che c’è stato nel 2012 in quelle zone. Vi presentiamo la storia di un gruppo che ha saputo trasformare le macerie di una tragedia in qualcosa di bello e soprattutto di utile.

La nascita di Sementerie Artistiche

Il terremoto aveva fatto sí che le strutture di una azienda agricola si danneggiassero. Fu allora che Manuela De Meo insieme a Pietro Traldi (ambedue fondatori di Sementerie) si misero d’accordo con questa azienda per sistemare alcuni di quegli spazi in modo che avessero una funzione teatrale. “In quell’anno io e Pietro stavamo lavorando con Cesar Brie. Avevamo un progetto con uno spettacolo che si chiamava ‘Karamazov’, e che abbiamo portato in Argentina”, racconta Manuela.

Sementerie Artistiche

Quando vengono in Argentina, i ragazzi recitano in spagnolo, quindi traducono le loro opere, tranne quelle che sono nate in spagnolo come “Lontano blu” e “Labirinti”. Questo bilinguismo è una cosa che a loro piace moltissimo. PhotoCredit: Manuela De Meo (Sementerie Artistiche)

Alea iacta est

Pietro e Manuela decisero di assumere questa sfida e di aprire uno spazio culturale. Volevano anche fondare una compagnia teatrale che lo gestisse. Da allora, Sementerie Artistiche organizza una rassegna estiva e una rassegna invernale, sempre di teatro ma anche di musica e di circo teatro.
“Abbiamo una piccola cucina, facciamo serate e diversi eventi nel nostro spazio. Organizziamo dei corsi di teatro e di danza e offriamo anche ai diversi gruppi ospitalità con delle residenze artistiche. Questo spazio dove loro lavorano è composto da una sala teatrale ma anche da due appartamenti dove ci sono 18 posti letto.
“Inoltre, come compagnia teatrale siamo gemellati con il Banfield Teatro Ensamble di Buenos Aires, e i nostri primi due spettacoli sono stati prodotti insieme a loro. Uno si chiama ‘Lontano blu’ e l’altro ‘Laberinti’, che verranno rappresentati in questa stagione che facciamo a Buenos Aires”, indica Manuela.

Il sodalizio con il Banfield Teatro Ensamble

Pietro e Manuela sono venuti in Argentina per la prima volta nel 2012. Hanno partecipato al festival organizzato dall’Instituto Nacional del Teatro che si svolge al di fuori della provincia di Buenos Aires. La tournée è durata una quarantina di giorni e per loro è stata un’esperienza straordinaria. “Il pubblico, il viaggio, le differenze. Insomma è stato molto arricchente”.
Quella tournée si è conclusa al Banfield Teatro Ensamble. “Subito con i ragazzi di questa compagnia, Nelson Valente ed Ignacio Gómez Bustamante, si è creato un feeling di stima reciproca e di curiosità verso il lavoro dell’altro. E da allora, nonostante l’oceano di mezzo, abbiamo cercato di creare la possibilità di incontrarci. Dal 2014, io e Pietro, insieme a loro, abbiamo cominciato a lavorare sul progetto ‘Lontano blu’, che è diventato il primo spettacolo di Sementerie Artistiche”, spiega l’intervistata.

Sementerie Artistiche

PhotoCredit: Manuela De Meo (Sementerie Artistiche)

Perché hai voluto dedicarti al mondo della recita?

“Ho deciso di fare l’attrice verso la fine della Scuola Superiore. Ad un certo punto mi è venuta l’idea che poteva essere interessante. Da adolescente ho partecipato ad un laboratorio teatrale e ciò che ho provato nelle improvisazioni, nello spazio vuoto della scena, mi faceva sentire una sensazione di agio e di consapevolezza maggiore di quella che avevo nella mia vita quotidiana. E da lì ho pensato che sarebbe stato importante poter provare quella sensazione il più a lungo possibile. Quando ho finito il Liceo, mi sono trasferita a Milano dove ho studiato e poi ho cominciato a lavorare come attrice professionista”, racconta Manuela De Meo.

Cosa ti piace di più di questa tua professione?

“L’immensa libertà che c’è nel poter creare l’invisibile. Credo che il teatro sia una porta che permette di rappresentare nello spazio vuoto di una scena dei mondi invisibili che possono essere resi visibili e quindi condivisibili con il pubblico nel momento in cui c’è uno spettacolo. Mi piace molto lo scambio che si crea con la gente, lo scambio di energia che c’è. Lo scambio vivo di una forma che è quella data dall’arte del teatro che riempie di bellezza e di conseguenza di senso quel momento specifico. Mi piace farlo dal vivo proprio perché trovo in quel momento questa sensazione. È molto interessante anche la parte di creazione dello spettacolo, quando si indaga sopra un tema o a proposito di relazioni, di meccanismi umani. Penso che sia un ottimo strumento per guardare com’è la realtà al microscopio e poterla ricomporre sulla scena”.

Sementerie Artistiche

“Per me recitare significa condividere della bellezza con un pubblico presente dal vivo, quidi creare uno spazio e un tempo diversi da quello quotidiano e che permettono di aprire i sensi fisici, emotivi e intellettuali in un altro modo”, sostiene Manuela. PhotoCredit: Manuela De Meo (Sementerie Artistiche)

Sementerie Artistiche: gli spettacoli a Buenos Aires

La compagnia si presenterà ogni venerdì, sabato e domenica, fino al 15 ottobre con 4 spettacoli diversi.

“Lontano blu” è uno spettacolo che parla della vita e della morte, forse i misteri più grandi dell’esistenza. Si tratta di un viaggio sull’indagine di questi temi. È uno spettacolo molto vario, con dei momenti ironici, altri leggeri, e altri piuttosto drammatici. Il pretesto che raccoglie tutti questi passaggi è nientemeno che una prova teatrale.

“Labirinti”, un altro spettacolo fatto in coproduzione e cocreazione con il Banfield Teatro Ensamble (con testo e regia di Ignacio), parla dell’amore. È la storia di due persone molto schive, che di solito restano chiuse a casa e che si sono distaccate dalla realtà. Tutti e due entreranno nella vita di altre persone, di altri esseri, che hanno a che fare con i diversi tipi di amore. I protagonisti, grazie alla loro immaginazione, passeranno attraverso le vite di tutti gli altri personaggi.

“Ol Baraba e altre storie”, è un monologo di Pietro Traldi. Si tratta di uno spettacolo narrativo dove il protagonista si pone delle domande esistenziali e fa dei salti in un passato molto immaginario. Un’opera davvero divertente.

“Manzoni senza filtro”, infine, è il monologo di Manuela che nasce dallo studio dei Promessi Sposi. “L’ho riscritto cercando di rispettare lo stile e la coerenza del testo ma in modo moderno. Metto in risalto le parti ironiche e grottesche presenti nel testo, ma anche la critica politica che c’è all’interno di quest’opera”.

Sementerie Artistiche

PhotoCredit: Manuela De Meo (Sementerie Artistiche)

Perché il nome di Sementerie Artistiche?

“La azienda agricola che ci ospita, e che ci ha dato la possiblità di aprire il nostro spazio, per tanti anni ha prodotto semi di grano. Ci piaceva trovare un nome che potesse richiamare la storia di quel posto che è più antica di noi. Poi l’idea del seme ci è sembrata un’ottima metafora”.

Sementerie Artistiche

PhotoCredit: Manuela De Meo (Sementerie Artistiche)

Trovate più informazione sugli spettacoli nella pagina ufficiale del Banfield Teatro Ensamble. Per accedere, cliccate qua.

Sementerie Artistiche: sezionare il reale e trasformarlo in arte ultima modifica: 2018-09-13T10:23:02-03:00 da Julieta B. Mollo

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