Il Centro Culturale Recoleta (in un primo momento chiamato Centro Culturale Città di Buenos Aires) è un centro espositivo situato, per l’appunto, nel quartiere di Recoleta, ed è uno degli spazi culturali più importanti della città. Dichiarato “Monumento Storico Nazionale“, rappresenta un’importante attrazione turistica, nonché un polo ricreativo, vicino al cimitero monumentale, su piazza Intendente Alvear.
La storia del Centro Culturale Recoleta
Il sito in cui si trova il Centro Culturale fu originariamente donato ai frati francescani nel 1716. I progetti della realizzazione del convento, furono realizzati dagli architetti gesuiti tedeschi Kraus e Wolff, mentre il disegno della facciata e gli spazi interni dall’architetto italiano Andrea Bianchi. Il complesso è uno degli edifici più antichi della città, poiché la sua costruzione fu completata nel 1732.
Con l’avvento della Rivoluzione di Maggio e dell’indipendenza dell’Argentina, i frati furono trasferiti a causa della loro opposizione alla prima giunta di governo, e il complesso, per volere di Manuel Belgrano, fu trasformato in un’Accademia di disegno.
La cappella in stile gotico del complesso del Centro Culturale Recoleta. Oggi l’edificio, come il resto degli edifici, è dipinto di un colore diverso a testimoninza della diversa epoca di costruzione. PhotoCredit Dante Aloisi
Nel 1822, in seguito alla riforma ecclesiastica del ministro Rivadavia, la struttura fu sottratta agli ordini cattolici ed al suo interno vennero istallati alcuni enti pubblici: l’Asilo dei Mendicanti, una scuola di agricoltura, un giardino botanico, un carcere e una caserma.
Nel 1834, su iniziativa di Juan José Viamonte, un settore divenne il primo Hospital de Clinicas della città e un asilo per i malati di mente, mentre nell’ottobre del 1858 il governatore Valentin Alsina vi aprì anche un asilo per invalidi.
Per dieci anni l’asilo funzionò sotto la direzione della municipalità, prima di passare all’ordine delle suore di San Vicente de Paul.
Recuperato il carattere del vecchio convento, le suore riordinarono il manicomio e rimasero a capo dell’ormai Asilo degli Anziani, per tutto il secolo successivo.
La facciata del Centro Culturale Recoleta in stile italiano, ridipinta in occasione di una mostra. PhotoCredit Dante Aloisi
Gli interventi
Con il passare del tempo molti furono gli interventi funzionali ed estetici sul complesso di edifici dell’attuale Centro Culturale Recoleta. Tra il 1880 e il 1887, l’intera zona, per volere dell’allora sindaco della città Torcuato de Alvear, fu interessata da lavori di ristrutturazione e abbellimento degli spazi pubblici. Anche l’asilo ne fu interessato con la costruzione dell’accesso al padiglione in stile italiano, e della cappella in stile neogotico, insieme ad altri interventi. I lavori furono commissionati all’architetto Juan Antonio Buschiazzo che è stato anche autore del progetto dell’attuale Plaza Intendente Alvear e del portico del cimitero di Recoleta.
Una delle sale dedicate ad esposizioni del Centro Culturale Recoleta. PhotoCredit Dante Aloisi
Grazie a queste opere l’area di Recoleta divenne zona di passeggio preferita della borghesia della città. Nella prima decade del ‘900 iniziò un periodo di declino per la struttura, in concomitanza con la modifica di utilizzo in Asilo de Mendigos. Soltanto a partire dagli anni ’60, grazie all’istallazione di un ristorante da parte del celebre chef Gato Dumas, l’area cominciò a subire progressive opere di riqualificazione.
La nascita del Centro Culturale Recoleta
Durante la dittatura militare, il sindaco de facto Osvaldo Cacciatore, elaborò un progetto pretenzioso per trasformare il vecchio asilo nel nuovo centro culturale di Buenos Aires, dove si sarebbero dovuti stabilire in un luogo unico il Museo del Cinema, il Museo di Arte Moderna e il Museo delle Arti Plastiche, oltre a ospitare parte della collezione del Museo di Arte Ispanico-Americana.
L’opera fu progettata dagli architetti e artisti Clorindo Testa, Jacques Bedel e Luis Benedit.
Una delle sale espositive del Centro Culturale Recoleta. PhotoCredit Dante Aloisi
Anche se Cacciatore propose di mantenere le forme dello stile classico dei vecchi edifici, gli architetti scelsero uno stile più contemporaneo, con l’installazione di scale di metallo accanto alle vecchie arcate e la demolizione di molti dei vecchi padiglioni progettati da Buschiazzo un centinaio di anni prima.
Oggi
Il Centro Culturale fu aperto nel dicembre 1980, sotto la direzione di Osvaldo Giesso e, nel 1990, ha cambiato il nome in “Centro Cultural Recoleta“. Oggi la struttura ospita 27 sale espositive, un piccolo cinema, un auditorium e un anfiteatro. Molte attività si svolgono al suo interno: mostre di arti plastiche, recital, concerti, spettacoli teatrali ed eventi vari. Inoltre, ha un’area di formazione che offre corsi e workshop, nonché un laboratorio di ricerca e produzione musicale dotato delle tecnologie più avanzate.