La storia della famiglia di Carmelo Schiavone forse sembra simile alla storia di molti immigrati italiani. Ma come ogni storia, ha le sue particolarità. In quest’occasione, la caratteristica principale è che la famiglia non si staccò mai dalle proprie radici. E così si dedicò -e continua a farlo- a diffondere in Argentina la cultura di Siracusa.
Benvenuti in Argentina
“Papà e mamma sono di Siracusa, Sicilia”, racconta Carmelo. La sua mamma, Sebastiana, arrivò quando aveva 11 anni. Insieme a lei c’era sua madre, Lucia. Venivano a riunirsi con la loro famiglia dopo essere stati separati a causa della guerra. Si stabilirono a Buenos Aires, nel famoso quartiere di La Boca.
Il papà di Carmelo -Sebastiano Schiavone- invece arrivò in Argentina quando aveva 19 anni, disposto a “fare l’America”, a “fare l’Argentina”. Il nonno di Carmelo gli aveva parlato molto bene di questo paese. E quindi, essendo finita la Seconda Guerra, Sebastiano decise di venire per “farsi una campagna”, come si diceva in quel momento. L’idea fu quella di guadagnare dei soldi per poi poter ritornare a casa. Però, come sostiene il famoso proverbio, l’uomo propone e Dio dispone.
Una vita insieme
In Argentina, Sebastiano conobbe l’amore: Sebastiana. “Lui aveva 20 anni e lei invece era più piccola, ne aveva 14. Si sono innamorati e si sono fidanzati due anni dopo. E continuarono insieme per tutta la vita”, racconta Carmelo. Si sposarono nel ’55 ed ebbero 4 figli: Salvador, Carmelo, Gustavo e Sandro.
Oggi Salvador fa il dottore, Carmelo è ingegniere e Gustavo, architetto. Sandro invece venne a mancare molto giovane, a causa di una lunga malattia che però la famiglia affrontò restando sempre unita.
Una famiglia dedicata a diffondere la cultura di Siracusa
I genitori di Carmelo parteciparono nell’anno ’48 della fondazione dell’associazione religiosa “Circulo Católico Santa Lucia Siracusana”. L’associazione ricordava Santa Lucia, la patrona di Siracusa. Ogni anno, veniva celebrata a dicembre la festività di questa Santa, il che significava un periodo di festa per le quasi 2000 famiglie siracusane che formavano parte della comunità.
Oltre a quest’associazione, il padre di Carmelo aveva l’intenzione di crearne un’altra di origine siciliana ma non collegata con il mondo religioso. Così nacque nell’anno ’99 il “Centro Siracusano”. All’inizio, fu concepito come un centro di studi perché venivano svolte attività formative e studi che riguardavano l’immigrazione, le collettività e la Sicilia. “Mio padre lavorava nella marina mercante. Essendosi ritirato, si dedicò soltanto a questo. Io e mio fratello Gustavo gli abbiamo dato una mano”, spiega Carmelo. Oggi è lui chi dirige il “Centro Siracusano”.
Un regalo speciale
Sebastiano Schiavone era navigante, e uno dei suoi desideri era quello di avere nella facciata di casa sua una barca. “Noi figli abbiamo voluto fare un tributo ai nostri genitori e quindi abbiamo deciso di regalargli un murale”.
Gli artisti dell’opera spiegarono che potevano disegnare non solo una barca, ma anche un porto. Il problema era che loro non conoscevano quello di Siracusa. E quindi hanno dovuto lavorare con delle fotografie e con ciò che i genitori di Carmelo gli hanno raccontato. Un regalo non solo originale ma anche molto emozionante. Un regalo che ha permesso a Sebastiano e a Sebastiana di continuare a vedere e a vivere, anche se lontani, la loro Siracusa del cuore.